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Notiziario del Gruppo Missioni
5/2008

Carpenedo, 31 maggio 2008

Cari amici, vi riporto quanto pubblicato sul numero 4 del periodico d'informazione on line "Veneti nel Mondo" della Regione Veneto. La redazione si era già interessata nell'aprile 2006 (vedi l'articolo n. 4) su come abbiamo iniziato e su come operiamo per aiutare i bambini del terzo mondo. Questo articolo invece racconta il nostro impegno in Kenya e ciò che stiamo realizzando a Muywa.

L'articolo scritto da Elisa Chinellato e le relative fotografie le potete trovare anche sul sito della regione Veneto.

Cordialmente
Gianni Scarpa

Veneti nel mondo

Solidarietà al fianco dei più piccoli

Almeno 400 mila in Veneto di cui il 56% donne, i volontari si impegnano a vari livelli ma sempre gratuitamente, in attività di sostegno alla persona, tutela dell'ambiente, promozione della cultura e dei diritti umani. Questi numeri pongono la nostra regione tra le prime d'Italia per presenza e diffusione del volontariato.

Il Gruppo Missioni Terzo Mondo della comunità parrocchiale dei Santi Gervasio e Protasio di Carpenedo (Mestre), è un buon esempio di questa operosità: in 15 anni di attività 1500 bambini adottati a distanza e 1035 "sponsor" coinvolti. Attualmente gli adottati sono 846, ospitati in 10 collegi tra India e Kenya, in quest'ultimo Paese il progetto è nato solo quattro anni fa, nella missione di Muywa, gestita dai Padri della Consolata a 200 km a nord di Nairobi, alle falde del monte Kenya. Per conoscere meglio le attività del gruppo abbiamo intervistato Gianni Scarpa e Andrea Groppo.

In che cosa è impegnato il vostro gruppo in questo momento?

Dopo anni di progetti più piccoli, ora ci ritroviamo in Kenya con la costruzione di una boarding home; il valore del finanziamento è di circa 26 mila euro. Abbiamo acquistato 3 acri di terreno ora intestati alla diocesi locale. Il progetto è di dare ospitalità a 80 ragazzi, realizzando due dormitori, i servizi igienici, una zona giorno per il pranzo e lo studio, la cucina, gli alloggi per i custodi, e poi un doposcuola per chi ha bisogno di sostegno scolastico. Una parte dello spazio esterno sarà destinata all'allevamento, l'orto e la piantagione di frutta, perché l'idea è che la struttura sia il più possibile autosufficiente. Siamo partiti 8 mesi fa, e la parte giorno e studio è già stata completata. Quando la struttura sarà funzionante saranno assunte due persone come custodi, che si occuperanno delle pulizie e della cucina e un giardiniere part-time che segua l'orto e gli animali. Naturalmente queste spese rientrano nel finanziamento dato da noi. Il progetto comprende sia il sostegno ai minori che la realizzazione e il mantenimento di tutta la struttura, grazie ai versamenti degli "sponsor". Non intendiamo le adozioni come un finanziamento al singolo bambino, ma come finanziamento a tutto il progetto, e anche alle famiglie, che periodicamente aiutiamo con delle donazioni: beni di prima necessità come il riso, o dei materiali e mobili per la casa, come lamiere per il tetto, tavoli, materassi. Allora la famiglia è incentivata a mandare il bambino a scuola.

Come scegliete e seguite i progetti qui dall'Italia?

I nostri referenti mandano il progetto con il preventivo dettagliato dei costi, noi decidiamo se e con che tempi finanziarlo, diamo la prima tranche di finanziamenti perché i lavori possano partire, circa il 50% del totale, e poi aspettiamo comunicazioni e foto che testimonino lo stato dei lavori, a quel punto inviamo un'altra parte dei finanziamenti. Il nostro sistema di finanziamento è un po' lento, ma preferiamo che sia così. Vogliamo essere assolutamente sicuri dell'utilizzo dei soldi che inviamo e siamo responsabili delle offerte che ci vengono affidate.

Chi sono i vostri referenti sul posto?

Il referente operativo è Daniele Schiavinato (nella foto), un ex imprenditore originario di Montebelluna, che vive nella missione, e torna in Italia due volte all'anno, anche per riferirci su tutti i progetti portati avanti e per proporcene di nuovi. Ad esempio l'ultima volta lo abbiamo incontrato a Natale e gli abbiamo affidato i soldi per la costruzione dei dormitori, sicuramente a giugno quando lo incontreremo nuovamente il progetto sarà già concluso, si tratta sempre di costruzioni solide, almeno per metà in pietra, certo un po' spartane ma creare il lusso lì non ha senso, noi vogliamo solo che la vita per i bambini sia dignitosa. La sua attività principale è la gestione di una falegnameria, dove trovano lavoro alcune persone del luogo, che ha istruito per la lavorazione dei mobili ma anche la vendita, tentando di ricreare un'economia locale.

Qual è il rapporto con le famiglie e la comunità, avete pensato a dei progetti finalizzati anche a loro?

Il dormitorio è vicino alla missione della Consolata, un villaggio rurale, dove c'è la falegnameria e tutte le altre strutture. Il rapporto con la popolazione è molto tranquillo. Del resto per loro il nostro intervento significa possibilità di lavoro per molti. E anche il sostegno delle adozioni a distanza diventa sempre un aiuto allargato, per esempio oltre agli 80 orfani che saranno ospitati nella struttura, la popolazione scolastica è di centinaia di bambini, anche cinquecento. I finanziamenti governativi per la scuola coprono a malapena lo stipendio degli insegnanti, quindi le strutture scolastiche e la loro manutenzione, gli arredi necessari, sono tutte cose di cui ci siamo occupati noi per il benessere di tutti i bambini della comunità. Inoltre copriamo lo stipendio degli insegnanti di lingua inglese, perché è indispensabile per il successivo inserimento nel mondo del lavoro. Progetti per la comunità in generale non ne facciamo, ci focalizziamo sui bambini. Una volta abbiamo pensato ad un progetto ambizioso, legato al problema dell'acqua, visto che sono comunque i bambini che si occupano dell'approvvigionamento. L'idea era stata di finanziare per metà i costi della ricostruzione e potenziamento di un canalizzazione e lasciare che l'altra metà fosse coperta dalla popolazione stessa che è organizzata in cooperative di famiglie. Purtroppo le famiglie non riuscivano a decidere comunemente sul da farsi, sia sul progetto che sui finanziamenti. Allora abbiamo deciso di non procedere fino a quando non troveranno l'accordo, così come suggerito di Schiavinato.

Chi sono gli "sponsor" dei vostri progetti?

I primi erano soprattutto nostri amici e persone della parrocchia, poi con il passa parola le adozioni hanno cominciato ad arrivare anche da più lontano, per esempio abbiamo dei filoni in Sicilia, a Bergamo, a Brescia, anche ad Amsterdam. È questo il nostro modo di farci conoscere, attraverso l'amicizia, una dinamica molto lenta ma sicura, perché ognuno è garante e testimone della nostra iniziativa.

Elisa Chinellato

Veneti nel Mondo
Registrazione Tribunale di Venezia n. 1314 del 14-01-99 direttore responsabile Giorgio Spigariol

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