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Kenya, un'esperienza di vita
presso l'orfanotrofio S. Patrick - luglio 2009

Questa è la testimonianza di Rossella Alioto, una giovane educatrice della scuola d'infanzia, che ha trascorso una decina di giorni in Kenya, assieme ad altre tre persone conosciute nelle riunioni del gruppo, visitando l'orfanotrofio S. Patrick realizzato con il nostro sostegno.

Rossella in Kenya con una bambina dell'orfanotrofio S. Patrick

Ricordo ancora il giorno in cui ho letto la mail della nostra associazione, dove vi era la proposta di un viaggio in Kenya. Chiedevano ai membri del gruppo chi fosse disposto a partire. Mi sono detta Io!!! Conoscevo l'associazione perché la mia famiglia da anni ha adottato a distanza una bambina in India e quindi mi sono sentita sicura di progettare un viaggio con persone serie e fidate. Il mio sogno che da anni avevo nel cassetto si realizzava..

In poco tempo, con tanto entusiasmo e anche con qualche timore, visto che l'Africa non è proprio dietro l'angolo, ho conosciuto il piccolo gruppo con cui sarei partita e...mi sono ritrovata in Kenya.

Il periodo di permanenza non è stato lungo, pochi ma intensi e straordinari giorni .

Quante emozioni, sensazioni! L'Africa ti risveglia i sensi, ti fa capire quanto siamo fortunati e quanto abbiamo...ma anche quanto abbiamo in eccesso e sprechiamo. Il senso che ho sviluppato di più in quei giorni è stato quello della vista. Ancora adesso se chiudo gli occhi vedo i dolci sorrisi dei bambini che mi guardano intensamente.

Ricordo quando, al mattino, mi alzavo presto, svegliata dalle voci delle bambine che cantavano in Chiesa, mi recavo davanti al cortile e vedevo passare i bimbi più piccoli che andavano a scuola; erano tutti imbacuccati perché avevano freddo, alcuni arrivavano da lontano e magari già stanchi per aver camminato tanto lungo la strada di polvere rossa.

Una mattina mi sono avvicinata alla scuola e loro, entusiasti, mi hanno invitata ad entrare. Eravamo tutti emozionati e felici. In quel momento mi hanno fatto sentire importante, se in un primo momento pensavo che mi chiedessero le caramelle, subito dopo ho capito che volevano solo stringermi la mano, farmi una carezza, un bacio...piccoli gesti da noi quasi dimenticati invece lì grandi e importanti. E naturalmente quando poi mi sono allontanata ci siamo salutati con un bellissimo sorriso.

Bambini belli, anzi bellissimi, quelli del S. Patrick che finalmente stavo per conoscere...

Quando siamo arrivati, sono rimasta soddisfatta della bella struttura, pulita, spaziosa e organizzata.

Che accoglienza!!!!! Le educatrici Scolastica e Agrippina, Victor e naturalmente il nostro Daniele (che sono delle persone stupende e seguono i nostri bimbi con tanto amore) ci hanno accolto assieme ai bambini con grande gioia, preparandoci una festa con balli e canti!! Che forti emozioni ci hanno regalato! Sono stata veramente felice nel vedere che i bambini sono seguiti e stanno bene, non lo dico solo da Rossella ma anche da educatrice visto che lavoro nel settore. Ho potuto osservare l'aiuto che danno i ragazzi più grandi ai bambini più piccoli, la pazienza delle educatrici nei confronti di tutti e l'educazione e il rispetto che insegnano.

Dopo aver visto tutto questo, ho deciso di adottare anche io una bimba a distanza visto che Daniele ci aveva detto che dovevamo andare a prendere una nuova bimba in ospedale. Così il penultimo giorno del nostro grande viaggio ho avuto l'onore e la fortuna di andare a prendere la piccola Adrian di dieci mesi.. cosa posso dire...bellissima come tutti del resto. Inoltre in ospedale ho conosciuto medici, volontari e una suora che tutti i giorni fanno veramente tanto per adulti e bambini e la mia ammirazione va sicuramente a tutti loro. Quando la suora mi dato in braccio Adrian, si è commossa perché l'aveva accudita lei da quando era arrivata in ospedale.. e così ci siamo fatte un bel pianto, che in certi momenti ci vuole e fa bene!!! Io ho rassicurato la suora dicendole di stare tranquilla perché all'orfanotrofio S.Patrick i bambini sono seguiti e amati e in Italia ci sono tante persone di cuore che li sostengono economicamente.

Una sola cosa di questa esperienza è stata davvero dura: tornare a casa. ho sentito un po' di quel famoso mal d' Africa...!!!

E così, visto che non posso vivere in Kenya e che non posso cambiare il mondo ho deciso che l'unica cosa che posso fare è far conoscere il nostro gruppo, le attività e i progetti che vengono fatti per le persone meno fortunate, non solo in Kenya ma anche in India e nelle Filippine.

Con la mia esperienza posso testimoniare la determinazione del gruppo che crede in ciò che fa per i risultati che ci sono stati nel corso degli anni; a volte basta davvero poco per fare tanto. I grandi occhi e i bellissimi sorrisi dei bambini sono rimasti tutti nel mio cuore e rimarranno per sempre. Loro anche se non vi conoscono di persona vi ringraziano del vostro aiuto, vi pensano e pregano per voi, ed io ringrazio voi e tutti quelli che vorranno aiutarci a far sorridere sempre più bambini del mondo.

Rossella Alioto

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